P.D. James by Sangue Innocente

P.D. James by Sangue Innocente

autore:Sangue Innocente [Innocente, Sangue]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Era una specie di enciclopedia del delitto, i casi più famigerati. Tu figuravi sotto la lettera D, nel capitolo sugli assassini di fanciulli. I Ducton.»

In quel momento ella si rese conto di non essere più una persona. Era una Ducton, classificata in base al suo delitto, membro di una scellerata al- leanza indissolubilmente legata all'infamia. Ma la meravigliò che il compi- latore del volume l'avesse ritenuta degna di essere menzionata. Sul mo- mento, a lei non erano sembrati famigerati. Semplicemente una coppia di pasticcioni incapaci persino di difendersi come si deve in un processo che non aveva fatto molto scalpore; quel che è certo, è che non erano stati in grado di competere con il suicidio di una diva del cinema o con le indi- screzioni sessuali di un ministro della Corona. L'autore doveva essere stato costretto a raschiare il fondo del barile per completare il capitolo sugli in- fanticidi. Ella intuì che cosa potesse aver scritto nel capitolo dedicato a lo- ro, lei stessa aveva sfogliato una volta un'analoga enciclopedia di morte:

Martin e Mary Ducton, condannati nel maggio del 1969 per l'assassinio della dodicenne Julie Mavis Scase, avevano entrambi genitori rispettabili appartenenti alla classe lavoratrice superiore. Ducton era impiegato, al momento dell'assassinio, e sua moglie lavorava in un ospedale come ad- detta all'archivio delle cartelle cliniche. Nelle ore libere studiava per lau- rearsi all'università e faceva sfoggio di una certa cultura. Si ritiene che sia stata la maggiore responsabile della morte della bambina.

Non soltanto alla cultura anelava, ma anche alla felicità, al successo, a una vita diversa per entrambi. Ed era vero che aveva avuto la maggiore re- sponsabilità. Era sempre stata lei a prevalere, e aveva prevalso anche nella distruzione di tutti e due.

Dopo quell'incontro, decise di scrivere la verità sul delitto, solo che la verità era mutevole come i suoi stati d'animo, infida come la memoria. Sembrava una farfalla. Si poteva catturarla e ucciderla e fissarla con uno spillo su una tavoletta, in modo che si conservassero tutti i particolari più delicati, tutte le sfumature dei colori. Ma, ciononostante, quel che restava non era più una farfalla. Ecco un'immagine pretenziosa, pensò subito; ma, d'altronde, lei aveva appunto delle pretese.

Al processo, aveva giurato di dire la verità, tutta la verità e niente altro che la verità. Per poco non aveva aggiunto: "E che Dio mi aiuti", ma que- ste parole non figurano nella formula del giuramento. Soltanto nella narra- tiva, a quanto pare, i testimoni pronunciano parole del genere. Davanti al banco degli imputati si trovava una piccola pila di libri sacri. Il cancelliere, che indossava una lunga veste simile a quella d'un sagrestano, le aveva



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